Sudafrica – Blyde River Canyon, Kruger Park, St. Lucia Wetland Park
Il Blyde River Canyon è il terzo canyon più grande del mondo dopo il Grand Canyon in USA e il Fish River Canyon in Namibia.
Questa riserva naturale si estende per 60 km a nord della cittadina di Graskop, fino al Abel Erasmus. Quest’area è famosa per le sue bellissime montagne – quelle del Drakensberg – per le sue cascate e per gli scorci sul Blyde River Canyon, scavato dai fiumi Blyde ed Olifants per 25 chilometri ad una profondità di 1.400 metri. La Route 532 che abbiamo percorso è una splendida strada di montagna con uscite sui punti panoramici per ammirare il canyon e le moltissime cascate presenti in questa zona. La nostra prima fermata a Three Rondavels chiamate anche Three Sisters sono tre enormi spirali di roccia dolomitica che sorgono fuori dalla parete di fondo del canyon Blyde River. Dai Tre Rondavels potete vedere la vasta diga Swadini in lontananza, che segna la fine della riserva.
Nel punto di incontro del fiume Blyde (fiume di gioia) e il fiume Treur (fiume di dolore) l’erosione dell’acqua di migliaia di anni ha creato uno dei fenomeni geologici più affascinanti, il Bourke Luck Potholes, strane sculture cilindriche intagliate con l’agitazione e lo scorrere dell’acqua.
Bourke’s Luck Potholes, bizzarre buche cilindriche scavate nella roccia.
Lungo la Panorama Route abbiamo fatto altre tappe al Pinnacle – una colonna di roccia che sorge in una gola verde – al Wonderview, altro punto panoramico sul canyon, alle cascate Lisbon e Berlin.
Kruger National Park
Nei 2 milioni di ettari di quella che è nata come una riserva di caccia fondata nel 1884 dal (non troppo simpatico) presidente Paul Kruger, vivono 147 specie di mammiferi, 517 di uccelli, 49 di pesci, 34 di anfibi e 114 di rettili. Ah, e 336 varietà di alberi, tra cui il mitico Baobab.
L’ambiente del parco varia molto man mano che ci si sposta nelle diverse aree: la parte meridionale è più rocciosa, con qualche collina; la parte centrale è pianeggiante e il bush è quello basso tipico della savana; la parte settentrionale è arida e caratterizzata dai mopani, cibo preferito degli elefanti.
La prima cosa che ho amato al Kruger National Park è la sveglia alle 5 di mattina. Svegliarsi insieme a tutte le altre creature della savana, insieme al sole che emerge dalla terra, è una bellissima sensazione. Quel caffè insieme ai miei compagni di viaggio, in mezzo ad un niente pieno di tutto e di tantissima vita, mi è sembrato il più buono che abbia mai bevuto. Alle 5:30 eravamo tutti pronti in macchina con binocoli e macchine fotografiche alla mano.
Il safari è un’esperienza che tutti, o almeno tutti quelli che amano viaggiare, dovrebbero fare una volta nella vita. Osservare gli animali allo stato di libertà nel loro ambiente naturale è una cosa piuttosto rara per noi occidentali, e può insegnare molte cose. Ad esempio, che di tutto il creato l’uomo è l’animale più feroce, quello che lotta ad armi impari, l’unico che uccide più di quanto mangia, l’unico che spreca la vita degli altri animali.
Dal Kruger, noi non volevamo più uscire: quel paesaggio che ti entra negli occhi ti dà dipendenza, non vuoi più svegliarti senza. Ancora un’altra tappa, però, ci aspettava fuori dai gate: