Sumatra – Cubadak
Parlare di Cubadak è come immergersi in un sogno, scoprirsi in un posto incantato fuori dal tempo dove la pace e la serenità la fanno da padrona, dove le ore trascorrono in una tale simbiosi con la natura che ti sembra di essere lì da sempre.
Quando per la prima volta mi nominarono Cubadak, scoppiai a ridere. Che posto poteva essere questo con un nome simile? Quando poi vidi le foto di Cubadak, fui preso da una certa curiosità. Ero ancora coinvolto emotivamente dalle emozioni e sensazioni che avevo provato nell’estate 2004 alle Maldive. Pensavo di aver raggiunto il massimo, di essere stato in Paradiso, quel Paradiso che tutti sognano da bambini e che si chiama appunto Maldive. Già, solo che un anno dopo è arrivata Cubadak, una sfida al passato, un tuffo in un futuro che non mi immaginavo potesse esistere. Eppure esiste, perché la curiosità di andare in quest’isola sconosciuta è via via cresciuta mentre si avvicinavano i giorni della partenza. Poi la scoperta, come novello Robinson Crusoe, mi sono trovato catapultato in un’altra dimensione.
Quante palle, direte voi: ce ne sono tante di isole nei vari oceani dove sembra proprio di essere in un altro mondo! Pienamente d’accordo sulla considerazione, il fatto è che qui mi sono trovato in un’altra dimensione, quasi fuori dal tempo e dal mondo stesso che mi circondava. Ma volete mettere la bellezza e la meraviglia di essere (nella natura con la natura), senza doversi preoccupare di accendere la televisione per guardare il telegiornale, leggere il giornale, farsi tormentare dagli squilli del cellulare, sorbirsi i rumori del traffico e l’aria maleodorante del nostro smog quotidiano?
Volete mettere vedere sorgere il sole da dietro le montagne della vicina Sumatra e accompagnarlo nel suo eterno cammino fin dietro la collina di Cubadak, trovarsi a guardare le nuvole colorate di rosa che anticipano la notte, osservare lo splendore della Via Lattea e il mistero delle sue luci?
E poi il silenzio e nel silenzio scoprire i rumori del silenzio, i suoni della natura che ti fa compagnia e che ti ha accolto come parte integrante della stessa. Perchè a Cubadak tu sei la natura, chiunque abbia la fortuna di andarci si trova proiettato nella natura, come un albero, un fiore, un animale, un soffio di vento o il rumore assopito del mare che si frange contro gli alberi e circonda le mangrovie. Tu sei la natura, uomo che arrivi dalle comodità e ti trovi immerso in quello che erano i primordi del mondo.
Certo, c’è un villaggio con l’indispensabile e forse qualcosa di più per sentirti come a casa tua, ma l’impressione che si ricava dallo stare a Cubadak è proprio quella di trovarsi chissà dove, non certo in un posto che hai già trovato o provato da qualche altra parte. Cubadak è il sogno, Cubadak è la fantasia, Cubadak è tutto quanto vorresti avere e dove vorresti stare sempre, mettendoti alle spalle il prima e il dopo. Cubadak è tutto questo ed altro ancora. Il mare davanti a te, la foresta alle spalle, i pesci e il loro mondo sottomarino che ti prendono dentro, gli animali che escono dalla foresta e che ti fanno sembrare come un qualcosa di radicato nell’isola stessa.
Sembra strano che un cittadino del mondo come me si emozioni tanto a parlare di un posto dal nome così strano, ma quando col mio amore biondo, Dorota, vi abbiamo messo piede, abbiamo capito che quello era il sogno più bello mai sognato, l’isola non trovata che avevamo finalmente scoperto. Si, perché Cubadak è anche un nido d’amore, dove chi si ama davvero, scopre di amarsi ancora di più di quanto avesse mai pensato. Credetemi, parliamo per esperienza (al plurale, parola Dorota e Gian Piero).
Perché l’amore tra esseri umani è, a Cubadak, un tutt’uno con la natura e si trasforma in amore universale per quello che c’è dentro di te e intorno a te. Incredibile accennare alle meraviglie naturali nelle quali ci si trova immersi, Cubadak è tutto questo e anche di più.
Gian Piero Scevola